lunedì 26 novembre 2012

CRISI DI COPPIA? LA CASSAZIONE GIUSTIFICA IL TRADIMENTO.




Care donne, fate attenzione!
Ancora una volta la Corte di Cassazione fa notizia.
in tema di separazione ed addebitabilità della stessa, riesce (in certi casi) addirittura a “giustificare” il tradimento.
Anche se vostro marito ha un'amante, evitate accuratamente di esprimere qualsiasi giudizio o future intenzioni sulla volontà di avere dei figli.
Tali  confessioni perché potrebbero pesantemente ritorcersi contro di voi.
Questo è ciò che emerge dalla lunga causa di separazione iniziata nel 2007 in quel di Bolzano.
Una donna si era separata dal marito, reo di avere una relazione con la sua segretaria (che cliché!) da anni. Il Tribunale in primo grado, (a mio avviso giustamente), aveva dato ragione alla donna, nonostante il marito avesse giustificato il suo tradimento con l'espressa volontà della moglie di non desiderare figli dal compagno. 
Ebbene, offeso nell'orgoglio l’ex-marito aveva pensato bene di trovare conforto in lidi più accoglienti.
Diversamente, la giustificazione proposta dal fedifrago è stata accolta dalla Corte d'Appello alla quale l'uomo si era rivolto.
La Corte territoriale, ribaltava di fatto la sentenza del Tribunale, dichiarando che al coniuge fedifrago non potesse addebitarsi la colpa della separazione giacché la relazione extra-coniugale era iniziata dopo che lui aveva inavvertitamente sentito una conversazione tra la ex e sua sorella, in cui la prima rimarcava di non voler figli da suo marito.
La signora però non ha voluto arrendersi e si è rivolta alla Suprema Corte.
In questa sede la donna ha giocato i suoi due assi al fine di ottenere l’addebito della separazione all'ex marito: 1) la relazione era iniziata ben un anno prima della telefonata con la sorella in seguito “inavvertitamente ascoltata dal marito”; 2) la telefonata era un semplice (e umano) sfogo della donna, "un momento d'ira", dopo aver scoperto il tradimento del marito.
La Prima Sezione civile della Cassazione, investita della questione, non ha sentito ragioni e , con la sentenza n. 16089/2012, ha respinto il ricorso. Avere un'amante, secondo la Cassazione è assolutamente giustificato in un caso come questo, in cui la moglie dichiara espressamente di non volere figli dal proprio marito.
Gli ermellini hanno precisato che "l'inosservanza dell'obbligo di fedeltà, da solo, non può giustificare addebito qualora una tale condotta sia successiva al verificarsi di una accertata situazione di intollerabilità della convivenza ".
Aggiungendo anche che la telefonata in sé per sé "non dimostra tanto una chiara e consolidata volontà di non avere figli" ma bensì e' la spia di "una situazione di crisi" e fa emergere "la preoccupazione di lei per la fine del rapporto".
Superfluo soffermarsi sulla gravità di queste considerazioni.
Appare ormai evidente che, specialmente in tema di  diritto di famiglia, ciò che dovrebbe essere l’eccezione, diventa la  normalità.
In tal modo non si fa altro che svalutare sempre più l’istituto, costituzionalmente garantito, della famiglia come “società naturale fondata sul matrimonio”.
Non resta dunque che mettervi in guardia: care lettrici, pesate bene le parole durante le vostre conversazioni telefoniche se non volete finire cornute e mazziate! 
Che ne pensate? 


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